Menare il can per l’aia – Significato e origine
Perché si dice “menare il can per l’aia”? Spiegazione
Menare il can per l’aia è un’espressione di origine antica, ma piuttosto utilizzata ancora oggi, specie nel linguaggio giornalistico e nel linguaggio colloquiale italiano. Ma veniamo al suo significato: menare il can per l’aia è un modo di dire per indicare chi continua a parlare di un argomento senza mai arrivare al dunque, chi tira per le lunghe senza concludere, portare la discussione alla lunga senza venirne a una conclusione, oppure cerca di cambiare discorso per evitare di parlare di un argomento a lui poco gradito o imbarazzante. In pratica: compiere atti che risultano inutili.
Ma perché si usa questa espressione? Cosa c’entra il cane e perché lo si dovrebbe “menare”? Partiamo col precisare e tranquillizzare che il verbo menare in questo caso non si riferisce a nessun atto violento, nessuna percossa, ma significa, in un linguaggio abbastanza desueto “condurre”. A spiegare l’origine di questa espressione ci sono due possibili interpretazioni. La prima si riferisce all’operazione di battitura del grano, quando venivano fatti passare gli animali pesanti sull’aia per separare i chicchi dalla pula, e risultava quindi inutile far passare un cane al posto dei buoi.
La seconda interpretazione è invece riferita al proverbio l’aia non è luogo per cani da caccia, secondo il quale è inutile tenere un segugio su un’aia quando dovrebbe essere nel bosco a cacciare, appunto, la selvaggina. Un altro modo di indicare un atto inutile e una perdita di tempo.